Regione, l’appello del centrodestra: «Oliverio si dimetta e si torni al voto il 26 maggio»
Conferenza stampa dei gruppi di minoranza che puntano il dito contro il fallimento del centrosinistra. Nessuna mozione di sfiducia però: mancano i numeri anche perchè alla Levato non si vedono gli uomini di Gentile. Fuori dal palazzo la protesta dei Cinque Stelle.
«La Calabria non può permettersi un altro anno di agonia. Il presidente Oliverio faccia un gesto di responsabilità e consenta ai calabresi di scegliere un nuovo governo già il prossimo 26 maggio». Nelle parole del consigliere Gianluca Gallo il senso della conferenza stampa convocata dai gruppi di centrodestra alla sala Levato di Palazzo Campanella prima dell’inizio dei lavori del Consiglio regionale. All’incontro, moderato da Gianfranco Manfredi, hanno preso parte oltre a Gallo i consiglieri Mimmo Tallini, Claudio Parente, Alessandro Nicolò, Fausto Orsomarso e Giuseppe Pedà.
Tutti compatti nel chiedere le dimissioni del governatore a fronte dei fallimenti ottenuti con la sua gestione. Nel mirino soprattutto la sanità sulla quale si sono registrati scontri istituzionali senza precedenti e un fallimento numerico inequivocabile.
«Siamo arrivati a 250 milioni di debito sanitario – ha spiegato il capogruppo di Forza Italia Claudio Parente – partendo dai 34 milioni di euro che si registravano nel 2013 durante la gestione del centrodestra. Durante la precedente amministrazione avevamo abbattuto il tasso di ospedalizzazione al 25% e ridotto la mobilità sanitaria del 3%. Da questo punto di vista non si può dire che avevano trovato risultati negativi».
Secondo Fausto Orsomarso «La Calabria non può permettersi più di continuare sotto il governo di un uomo solo al comando che ha tenuto per sé tante deleghe non riuscendo a gestirle. I fallimenti ci sono nella sanità, ma anche in agricoltura e turismo. Servirebbe invece un governo forte anche per discutere del regionalismo differenziato per opporci al quale faremo presto una grande manifestazione»
Gianluca Gallo ha poi puntato l’indice contro le nomine dei dirigenti delle Asp e lo scontro con i commissari. «Il debito sanitario è interamente ascrivibile alla gestione della sanità sotto il Commissario Scura nominato dal partito del governatore e dai direttori generali che non avevano titoli e che oggi sono di nuovo nominati senza criterio dal governatore che in obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore telecomanda la giunta dei tecnici».
Per Alessandro Nicolò si conferma «un fallimento politico certificato», mentre Giuseppe Pedà ha sottolineato i ritardi sulla Zes di Gioia Tauro. Mimmo Tallini è ritornato, infine, sui difetti di democrazia in Consiglio con la minoranza esclusa da posti che da sempre sono stati assegnati all’opposizione.
Nessuna mozione di sfiducia, però, non essendoci i numeri. Anche per alla conferenza stampa si è fatta notare l’assenza del gruppo degli ex Nuovo Centrodestra Pino Gentile, Giovanni Arruzzolo e Baldo Esposito che nel passato spesso hanno fornito la propria stampella alla maggioranza e che oggi si trovano in una difficile fase di interlocuzione con Forza Italia.
A tal proposito Tallini ha specificato: «Il gruppo di Ncd è stato sempre organico al centrosinistra in questa legislatura. Anche se negli ultimi tempi hanno spesso votato con noi. Adesso devo fare chiarezza, ma la minoranza è quella che vedete a questo tavolo».
Ma una richiesta di dimissioni per Oliverio è arrivata anche da fuori del palazzo. Davanti all’ingresso del Consiglio regionale una sparuta rappresentanza dei Cinque Stelle ha chiesto al governatore di staccare la spina con un messaggio chiaro: “Oliverio fatti zero”.
Testo © Riccardo Tripepi – LACNEWS24